Le borse da bikepacking per affrontare il Tuscany Trail

Quali sono le borse essenziali per affrontare il Tuscany Trail e come caricarle? Vediamolo insieme.

Possiamo dire che il segno distintivo del Tuscany Trail sia il fatto di viaggiare con borse da bikepacking, visto che sono il modo migliore per caricare il necessario sulla bici ed affrontare percorsi sterrati. Diciamo che in base alle nostre necessità, ai giorni necessari per portare a termine il percorso e alle scelte che facciamo riguardo a pernottamento e nutrizione abbiamo bisogno di più o meno volume di carico. Di base possiamo comunque dire che le borse indispensabili sono almeno:

  • borsa da manubrio
  • borsa da telaio
  • borsa da sella
  • borsa top tube o bud

Ogni borsa è dedicata ad oggetti diversi, in base sopratutto all’accessibilità. Se infatti la tenda la montiamo una volta al giorno magari la giacca a vento ci può servire svariate volte nell’arco di una giornata (specialmente a primavera quando si svolge il Tuscany Trail).

Andiamo quindi a vedere nel dettaglio queste borse essenziali e come caricarle.

Borsa da manubrio

Si monta facilmente al manubrio con un paio di strap, solitamente si carica con cose leggere, in modo da non infastidire la guida, e con oggetti che si usano poco come tenda e materassino. Questa borsa può essere montata tranquillamente anche su una prolunga in modo da lasciare più spazio sul manubrio, per gps, luci o le mani in presa alta su un manubrio drop. Comode sono le borse stagne con apertura su entrambi i lati come la Tendril 4.10 di Miss Grape, stagna e di rapido montaggio.

Borsa da telaio

È la borsa per eccellenza da avere sempre montata sulla bici. Il fatto di essere centrale e ancorata al telaio non fa percepire il suo peso e non intralcia in nessun modo la guida. Ne esistono di varie dimensioni e personalizzate per ogni modello di bici. Si carica con oggetti pesanti e/o di necessità frequente, grazie alla cerniera a portata di mano infatti è comoda da usare anche mentre si pedala per prendere ad esempio una giacca a vento. Solitamente vi si mettono anche attrezzi e ricambi, da avere sempre quando si esce in bici, come: camere d’aria, multitool, cacciagomme, pompa. Qui trova posto anche il powerbank e le batterie aggiuntive per luci o gps. Consigliatissima la nuova Internode Waterproof di Miss Grape che permette di tenere tutto al sicuro dall’acqua!

Borsa da sella

La borsa da sella è solitamente quella più capiente ed è quindi indicata a trasportare il sacco a pelo e/o i vestiti di ricambio. Si attacca ai binari della sella e al tubo sella in modo semplice e fermo così da annullare l’oscillazione. Per limitare al massimo questo inconveniente che può capitare vi consigliamo di stringere bene le fettucce ed eventualmente di mettere un pezzetto di vecchia camera d’aria tra le fettucce e i binari della sella. Avendo solo un accesso è importante l’ordine in cui si carica, andranno infatti messi verso la sella gli oggetti che sappiamo useremo meno e verso l’apertura quelli di cui avremo più necessità. Anche questa è comoda se impermeabile come la Cluster Waterproof di Miss Grape, specialmente se contiene il sacco a pelo!

Borsa top tube o Bud

Queste sono le borse più piccole e di più facile accesso. Sono indicate per trasportare gli snack, la macchina fotografica, il cellulare o le batterie mentre si ricaricano gps e luci. Il loro peso è inesistente e non intralciano mai la guida sono quindi comode da tenere sempre sulla bici. Se la vostra bici ha la predisposizione per l’attacco a due fori sul top tube vi consigliamo la Node 2H così da non avere altri lacci sul telaio e da limitare il movimento dell borsa. Le Bud si possono montare da entrambi i lati dell’attacco manubrio e sono comode anche per portare una borraccia in più. Per i più golosi sono perfette da riempire di orsetti gommosi da masticare in viaggio!

Miss Grape

Due parole su Miss Grape sono doverose, siamo infatti fieri che anche quest’anno sia al nostro fianco come sponsor di Tuscany Trail perché fin dal primo giorno utilizziamo i loro prodotti con estrema soddisfazione. 

“Miss Grape nasce nel 2014, ma era nell’aria già nel 2005 quando l’amico Marco Costa ci ha fatto conoscere il bikepacking. In quegli anni era impegnato in lunghi viaggi in bici in giro per il mondo, aveva bisogno di organizzare i pochi bagagli, è stato un precursore del bikepacking. Grazie a lui abbiamo capito quanto fosse importante avere borse da bikepacking resistenti e quanto fosse difficile trovarle nel mercato. Così, le abbiamo fatte noi, con le nostre regole. Le volevamo indistruttibili, fatte a mano, al giusto costo: abbiamo studiato i materiali migliori, abbiamo cercato artigiani italiani con esperienza, abbiamo collegato le persone al nostro prodotto con il web.”

Non possiamo definire meglio le loro borse che con: curate nei dettagli, semplici e resistenti. Il plus è ovviamente il Made in Italy!

Le migliori ruote da gravel per il Tuscany Trail

Dopo aver parlato di gomme gravel viene naturale parlare delle migliori ruote gravel per affrontare il Tuscany Trail o percorsi simili. Vediamo quindi le caratteristiche e come scegliere delle ruote adatte alla nostra bici.

Se inizialmente si usavano ruote da ciclocross o di derivazione mtb con l’evoluzione del settore gravel sono sempre di più le proposte di ruote specifiche, per tutti i gusti e per tutte le tasche. In questa grande quantità di proposte ci sono ruote valide e altre meno valide, ruote adatte al nostro uso e altre non adatte, tanti standard e scelte molto diverse da parte dei produttori. In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza, esaminare le caratteristiche, gli standard e gli upgrade utili, partendo dal presupposto che non esiste la ruota perfetta per tutti, ma esiste la giusta ruota per ognuno.

Standard attuali

Come abbiamo visto nell’articolo relativo alle gomme per la gravel, le dimensioni attuali delle ruote per gravel sono essenzialmente due: 650b e 700c. Queste dimensioni variano dal modello di bici e offrono qualità differenti, una ruota da 700c sarà, in linea generale, più veloce e meno confortevole, viceversa una ruota da 650b. Questo è dovuto principalmente alla differenza di sezione di copertone montato. Non esiste una dimensione migliore dell’altra, semplicemente offrono pregi e difetti diversi. Molte bici ad oggi possono montare entrambe le misure

In ogni caso anche sulle ruote da 700c il trend è quello di montare coperture sempre più voluminose, così da abbassare le pressioni di esercizio ed aumentare grip e comfort. Per questo come vedremo tra poco servono ruote progettate per ospitare gomme più ampie.

Praticamente la totalità delle bici gravel ha le battute dei mozzi nella misura di 142×12 (standard utilizzato anche nella mtb) al posteriore e di 100×12 all’anteriore. Questo permette di utilizzare mozzi pensati per un uso fuori strada e molto resistenti. L’asse passante nelle ruote con freno a disco è fondamentale, sia per garantire la rigidità dell’insieme, sia per assicurare la corretta planarità tra disco e pinza freno.

Larghezza del canale interno

Per montare coperture voluminose è necessario avere però la giusta larghezza del canale interno del cerchio. Se infatti inizialmente si utilizzavano ruote da strada o da ciclocross con canale interno da 17-21mm ci si è velocemente accorti come un cerchio con queste dimensioni non sia adatto ad utilizzare gomme da 34-35mm in su. Si viene infatti a creare una forma “a fungo” del pneumatico che una volta in curva tende a piegarsi su se stesso e a non avere il sostegno giusto, perdendo quindi precisione e spesso aderenza.

Attualmente i cerchi da gravel si stanno indirizzando a larghezze di circa 24-25mm, che permettono così di dare un grosso supporto alla spalla della gomma e garantire grip e precisione di guida. L’aumentare della sezione del cerchio va inoltre ad aumentare ancora il volume complessivo dell’aria all’interno del pneumatico, aumentando quindi il comfort a parità di dimensione del copertone.

Alcune ruote hanno larghezze addirittura superiori, che però rischiano di snaturare il profilo delle gomme e andare quindi ad inficiare le loro prestazioni. Le gomme attuali sono infatti ottimizzate per queste dimensioni. A meno che non vogliate montare copertoni da mtb con gomme superiori ai 2,20″, ammesso che abbiano sufficiente spazio nel telaio.

Ruote assemblate o sistema integrato

La differenza tra ruote assemblate con vari componenti e ruote realizzate con componenti pensati per lavorare insieme è molta. Le ruote sono infatti un sistema complesso in cui ogni singolo componente deve lavorare in armonia con gli altri e in modo equilibrato per tirare fuori il meglio da ognuno. È un equilibrio di raggi, mozzi, cerchi e nippli e ogni componente deve essere adatto a tutti gli altri.

Qui si vede la differenza tra delle buone ruote e delle ottime ruote. Le aziende che impiegano anni per progettare un sistema ruota piuttosto che prendere dei componenti qua e là e assemblare delle ruote ottengono dei prodotti molto migliori, sia come prestazioni che come affidabilità.

Le ruote sono infatti tra i componenti più sollecitate delle nostre biciclette e, se in questo sistema, tutto non è bilanciato basta poco per far si che si rompano rovinandoci il giro o magari anche il viaggio.

Un sistema di ruote progettato nel suo insieme prevede infatti che ogni singolo componente sia realizzato per lavorare in modo uniforme, che sia in pedalata, frenata o percorrenza di curva, quindi con sollecitazioni molto diverse tra loro. Le raggiature sono alla base della trasmissione delle forze al cerchio e di conseguenza a pneumatico e terreno, e un cerchio con una raggiatura non ottimizzata è più squilibrato a livello di tensioni, basti pensare che una normale ruota posteriore ha una tensione lato trasmissione di circa 110 kgf e lato disco di circa 60 kgf, e che però deve lavorare bene sia in frenata che in pedalata. Indovinate infatti da che parte è più frequente la rottura dei raggi? La sinistra esatto. Nei sistemi di ruote pensati nel loro insieme troviamo infatti raggiature distinte per ogni lato delle, in base al compito che deve svolgere e alle forze a cui è soggetto, questo permette di aumentare l’affidabilità e le prestazioni.

Tubeless o non tubeless?

I vantaggi del tubeless sono indubbi: protezione dalle forature, minore pressione gonfiaggio con conseguente comfort, miglior rotolamento (sia su asfalto che su sterrato), risparmio di peso e basterebbe già tutto questo per farvi cambiare idea. Fortunatamente la maggior parte delle ruote al momento possono accogliere sia tubeless che camera d’aria. La maggior parte di queste arriva già nastrata e compresa di valvole tubeless per una facile e immediata conversione nel caso si desideri. Sfortunatamente alcune ruote non sono tubeless ready e occorre fare un po’ di attenzione al momento dell’acquisto se si desidera utilizzare questa configurazione, non tutte le ruote non tubeless infatti sono convertibili, questo dipende in larga misura da come è costruito il cerchio. Quindi sempre meglio affidarsi a ruote dichiaratamente tubeless ready così da essere certi di poter utilizzare entrambi i sistemi.

Il peso delle ruote

Il peso delle ruote è un fattore importante, anche se su una bici da gravel deve andare a braccetto con resistenza ed affidabilità più che sulla bici da strada. Si tratta quindi di trovare il giusto compromesso. Qui torna rilevante la differenza tra ruote assemblate e un sistema ruote integrato, nel secondo caso infatti i i vari componenti sono ottimizzati anche in relazione al peso: quello che serve c’è e quello che non serve si toglie. Si trovano quindi cerchi con profili differenziati per aumentare la resistenza in prossimità dei nippli, raggiature ottimizzate, bilanciamento del cerchio in relazione al punto di saldatura etc.

Ovviamente il punto della ruota in cui il peso si fa maggiormente sentire è quello del cerchio, quindi sui mozzi si può andare ad apportare più materiale dove serve e a utilizzare più grandi per ottimizzare meglio il carico.

Ricordatevi quindi si di cercare delle ruote che siano leggere ma che siano leggere nei punti giusti. Delle ruote da gravel di 1700/1800 gr in alluminio sono ottime e ci faranno arrivare in fondo ad ogni viaggio.

Discorso a parte merita il carbonio, che probabilmente è inteso unicamente come materiale ottimo per il risparmio di peso. In realtà le ruote in carbonio oltre al risparmio di peso hanno altre caratteristiche, prima su tutte la maggiore rigidità rispetto ad una ruota in alluminio. La maggiore rigidità non significa per forza un miglioramento e anzi su una bici da gravel potrebbe addirittura essere controproducente. Non tutte le ruote in carbonio sono uguali e per fortuna molti produttori si sono resi conto della necessità di altre caratteristiche rispetto alla rigidità, il carbonio infatti se utilizzato in modo corretto aiuta a smorzare molto le vibrazioni e questa è senza dubbio una caratteristica da ricercare in una ruota da gravel. Se quindi volete acquistare ruote in carbonio fatelo da produttori che sanno cosa fanno e che hanno ben in mente le caratteristiche necessarie ad una ruota da gravel, come affidabilità e smorzamento delle vibrazioni.

Il nostro consiglio per il Tuscany Trail

Grazie a Fulcrum abbiamo avuto modo di testare le loro ruote destinate al segmento gravel e quella che ci ha colpito di più è stata senza dubbio la Rapid Red 3, sia in configurazione 700c che 650b.

Fulcrum Rapid Red 3

Formato: 700c; 650b

Materiale: alluminio

Mozzi: 12×100; 12×142

Corpetto: HG11; XDR; N3W

Canale interno: 24mm

Peso: 1740gr (700c)

Tubeless ready: si

vedi di più sul sito: Fulcrum wheels

Ci sono piaciute perché nascono come sistema integrato, sono ruote ottimizzate sotto ogni aspetto. Sono disponibili con corpetto Shimano 11v, Sram XDR e il nuovo standard Campagnolo N3w per montare il gruppo Ekar a 13v. I cuscinetti sono i classici a coni e sfere, affidabilissimi e semplici da regolare e manutenere. Sono tubeless ready, già nastrate e provviste di valvola tubeless. Il montaggio dei copertoni è stato semplice e veloce, così come il tallonamento, fatto con una semplice pompa da officina.

La cosa che ci è piaciuta di più è stata senza dubbio la sensazione di scorrevolezza e sostegno che le ruote regalano in ogni situazione. Non sono un peso piuma ma una volta montate non si fanno sentire e filano lisce. Sono sempre precise e prevedibili anche su terreni sconnessi e in curva su sterrato. La raggiatura particolare 2:1 dona a queste ruote una bel feeling sia quando si spinge sui pedali che quando si frena forte. Insomma ruote affidabili e dall’ottimo rapporto qualità prezzo che danno un gran piacere una volta in sella!

Copertoni Gravel, quale scegliere?

Parliamo di copertoni gravel, per capire bene che gomme montare e quando in base alle nostre necessità.

I copertoni sono il punto di contatto della bici con il terreno. Permettono di scaricare a terra la forza propulsiva e di avere tenuta per affrontare le curve, ma non solo, ci danno anche grip in frenata e, ultimo ma non meno importante, assorbono le asperità del terreno smorzando urti e vibrazioni.

Il gravel è forse il settore per cui è più difficile sviluppare un copertone di qualità perché deve svolgere bene tutti i compiti richiesti su svariate tipologie di terreno. Deve quindi essere scorrevole su strada e consentire una buona tenuta su asfalto (anche bagnato) ma avere una tassellatura adatta ad affrontare gli sterrati e garantire tenuta in curva e in frenata, avere una carcassa che permetta un buon rotolamento ma che sia sufficientemente resistente per non tagliare la gomma sulle prime pietre da cui passiamo. Insomma i copertoni sulle bici da gravel devono essere la giusta via di mezzo per soddisfare le nostre necessità, un compito non proprio facile.

Principali categorie

Possiamo distinguere i copertoni gravel in due categorie principali:

  • copertoni scorrevoli per terreni compatti
  • copertoni tassellati per terreni misti

Un’altra distinzione è quella della misura ruota, infatti le ruote da 650b e quelle da 700c hanno caratteristiche diverse e vantaggi e svantaggi diversi, che andranno a riflettersi sull’utilizzo che ne andremo a fare.

Andiamo quindi ad analizzare le singole categorie per capire quando e dove utilizzare un tipo piuttosto che un altro in base alle loro caratteristiche.

Copertoni scorrevoli per terreni compatti

Questo tipo di gomme è caratterizzato da una tassellatura centrale più ravvicinata e bassa, in modo da migliorare le doti di scorrevolezza (anche su asfalto) e di assicurare un buon grip su sterrato compatto e asciutto. Sono ottimi su terreni come le strade bianche, fondi abbastanza regolari e anche polverosi. Scorrono bene su asfalto, e assicurano un buon grip anche su asfalto bagnato. I tasselli bassi permettono un’ampia superficie di contatto con il terreno così da avere buona trazione e tenuta anche in frenata. Diciamo che sono i copertoni perfetti per l’estate se pedaliamo prevalentemente su questo tipo di fondi, in inverno hanno qualche limite su sterrato bagnato anche se regolare. Solitamente è comunque presente una buona tassellatura laterale che assicura una ottima tenuta in curva su sterrato. In linea generale hanno carcasse un po’ più leggere e meno protettive, ma ci sono eccezioni. Per i grammomaniaci sono più leggeri dei copertoni più tassellati, per la minor quantità di gomma presente, si tratta comunque di pochi grammi di differenza.

Copertoni tassellati per terreni misti

Sono caratterizzati da una tassellatura importante che permette alla gomma di penetrare nel terreno e garantire tenuta anche nei terreni più difficili quali fango, sabbia, terreni mossi, erba. La forma dei tasselli è molto importante così come il loro distanziamento. Un tassello trasversale al senso di rotazione permette una grande tenuta in frenata ma abbassa moltissimo la scorrevolezza, viceversa un tassello longitudinale al senso di rotazione, se realizzato bene, permette un buon grip e una buona scorrevolezza, quella giusta via di mezzo che serve ad una gravel. La spaziatura dei tasselli è particolarmente importante in terreni fangosi per garantire un buono scarico del fango e mantenere la gomma pulita così da assicurare grip ad ogni rotazione. Un buon compromesso è quindi quello di avere dei tasselli centrali longitudinali e più ravvicinati, in modo da avere buon grip e buona scorrevolezza anche su asfalto, e dei tasselli laterali più spaziati e pronunciati così da permettere alla gomma di penetrare nel terreno, specialmente in curva, e di pulirsi bene dal fango e dal terreno in generale. Queste gomme solitamente sono un po’ più pesanti. Sono la scelta ideale per le mezze stagioni e l’inverno, o per quando vogliamo il massimo della polivalenza e tranquillità nell’affrontare tutti i tipi di terreno. Su asfalto pagano qualcosa in termini di scorrevolezza, ma si fanno poi apprezzare quando abbiamo a che fare con curve su sterrato.

La dimensione conta: 650b o 700c?

In tema di ruote e copertoni le dimensioni contano, eccome se contano. Se nel settore MTB ormai si è trovato un equilibro tra 650b e 29″ dopo anni di battaglie da tastiera e confronti cronometro alla mano, nel gravel, fortunatamente, la fase delle battaglie su cosa è meglio o peggio si è saltata a piè pari. Infatti i due diametri offrono vantaggi e svantaggi diversi e ognuno è meglio per certe situazioni e ha il proprio terreno di applicazione.

Come mai? Semplicemente perché il diametro reale alla fine diventa quasi il solito, quello che va a cambiare è il volume della gomma e la sua sezione.

Vediamo di spiegare meglio: i copertoni che solitamente si montano su ruote da 700c variano tra 34/35mm di sezione fino ai 40/42mm, quelli che si montano su ruote da 650b vanno invece dai 42/45mm in su fino ad arrivare a sezioni quasi da MTB. Va da se che se aumenta la sezione il diametro finale della ruota aumenta, quindi si avvicinano molto tra loro in termini assoluti di diametro.

Una gomma da 650b ha quindi un volume maggiore, un’impronta a terra maggiore solitamente anche un peso maggiore. Di conseguenza potremo viaggiare a pressioni inferiori con più comfort e grip, di contro sarà meno scorrevole e generalmente meno veloce. Insomma una gomma più adatta a chi pedala la maggior parte del tempo su sentieri e terreni tecnici.

A parità di tipologia di gomma una da 700c garantira una impronta a terra minore e un peso inferiore, essendo di conseguenza più scorrevole, veloce e rapida anche nei cambi di ritmo. Anche in discesa su asfalto, un minore volume rappresenta un vantaggio in termini di guidabilità. I principali svantaggi sono il comfort inferiore per il minor assorbimento e la maggiore pressione necessaria e anche un minor grip. È una gomma indicata a chi pedala di più su terreni veloci e lisci, o che oltre allo sterrato percorre anche molto asfalto.

I vari pregi e difetti si possono mitigare andando ad adottare varie tipologie di gomma, se su una 650b andiamo a montare una gomma più scorrevole ad esempio o se ne montiamo una più tassellata su una 700c per aumentare il grip su terreni misti.

Conclusioni

Non esiste la gomma perfetta per tutto ma esistono varie scelte in base alle nostre necessità. Il mercato ad oggi offre una grande varietà di gomme gravel che permettono di affrontare ogni percorso in sicurezza e divertendosi. Il nostro consiglio è quello di scegliere gomme di qualità ed affidabili, con disegni, mescole e carcasse specifici per il gravel e per il terreno che andremo ad affrontare in maggior misura che siano sterrati scorrevoli e lisci come le strade bianche o sentieri misti tecnici. Fate molta attenzione al disegno dei tasselli e scegliete la misura della gomma e delle ruote in base alle caratteristiche che desiderate ricordando che a maggior volume corrisponde più grip e comfort e a minor volume più velocità, precisione e leggerezza. Qual è la più adatta al Tuscany Trail? ci sentiamo di dire che una gomma tassellata da terreni misti come la Pirelli Cinturato Gravel Mixed Terrain sia la scelta migliore per affrontare il percorso in tutta sicurezza e con il massimo della tenuta, in entrambe le misure di ruota!

Northwave Rockster recensione | scarpe gravel

La prima scarpa di Northwave dedicata al gravel, stilosa e con dettagli interessanti, ma come si comporta in situazioni reali come il percorso del Tuscany Trail?

Il gravel, lo sappiamo tutti, è ormai il settore del ciclismo in più rapida ascesa, grazie alla versatilità delle bici gravel si possono esplorare sentieri, strade sterrate e fare molti km velocemente anche su strada. È la bici polifunzionale per eccellenza, specialmente per un territorio come quello italiano ricco di strade secondarie e strade sterrate. Visto che il gravel si sta diffondendo a macchia d’olio sempre più aziende decidono di proporre prodotti dedicati a questa tipologia di utenti, certo non è un compito facile, specialmente quando si parla di scarpe. Riuscire infatti a creare una calzatura da gravel che sia nel giusto “sweet-spot” tra rigidità per l’efficienza di pedalata su strada, flessibilità per camminare senza problemi, comodità per riuscire a pedalare diverse ore, leggerezza e resistenza per affrontare sterrati impegnativi. Northwave ha deciso quindi di presentare la sua prima scarpa pensata per il gravel: la Rockster.

Specifiche

Le Rockster sono disponibili dalla taglia 36 alla 48, hanno la chiusura con lacci e una comoda fascia elastica per non farli svolazzare in giro, la suola è in polimero rinforzato con carbonio, ha degli inserti di gomma per il grip e la comodità in camminata e due tacchetti in punta per aiutare il grip su terreni ripidi o fangosi. La tomaia è in pelle sintetica con fori tagliati al laser per migliorare la traspirazione e l’elasticità della tomaia, sulla punta e sul tallone sono presenti rinforzi in TPU per aumentare la resistenza all’usura nei punti più stressati e proteggere le dita da urti accidentali, ad esempio con sassi alzati dalle ruote. L’interno è in microfibra molto traspirante. Il colore disponibile è bianco con dettagli grigi, davvero bello ed elegante.

Come vanno?

La cosa che per prima si nota è la leggerezza di queste scarpe, pesano infatti solo 310 gr. l’una in taglia 44. Le scarpe leggere sono, alla fine della giornata, un bel punto a favore, i piedi si affaticano meno, e anche se dobbiamo affrontare tratti a piedi o ci fermiamo per una birra con i compagni di giro non ci ritroviamo dei mattoni ai piedi. Per chi invece è più attento alla performance sono un bel guadagno in termini di peso complessivo da portarsi dietro, e se pensiamo a quante volte giriamo i pedali il guadagno è notevole.

La taglia è fedele e le scarpe calzano bene senza punti di pressione, grazie alla tomaia perforata che oltre ad aerazione dona un minimo di elasticità, ma soprattutto grazie ai lacci. La chiusura a lacci permette infatti di distribuire bene la tensione in tutti i punti della scarpa ed elimina punti fastidiosi come quelli che possono crearsi con chiusure automatiche plastiche. Sono inoltre molto eleganti e danno un aspetto high-end alla scarpa. Unica nota dolente della chiusura a lacci (di tutte le scarpe che la presentano) è la non possibilità di aggiustamenti mentre si pedala, è infatti necessario fermarsi e riallacciare le scarpe in caso volessimo aggiustare la chiusura. Noi sinceramente non abbiamo avuto problemi di questo tipo con le Rockster, sopratutto perchè i lacci non si allentano e tengono molto bene.

La suola è abbastanza rigida, 10/14 secondo la scala delle scarpe Northwave, e permette di trasmettere tutta la potenza necessaria ai pedali. Allo stesso tempo però non è rigida come una suola in carbonio, e questo si fa apprezzare si quando si scende dalla bici ma sopratutto nello smorzamento delle vibrazioni quando si pedala su terreni gravel, la scelta di Northwave è azzeccata, a fine giornata i piedi si stancano meno!

Gli inserti in gomma della suola aiutano molto in camminata e non abbiamo mai avuto problemi, né su sterrati né su terreni duri o scivolosi e infidi come le soglie dei bar. I rinforzi in TPU sulla tomaia sono ben posizionati e proteggono bene sia la scarpa che il piede e le dita da eventuali urti. All’interno del tallone è presente un inserto in pelle sintetica che aiuta a tenere il piede in posizione, e funziona molto bene, il tallone non si muove e resta sempre fermo. La calzata in generale risulta stabile e ferma senza dover stringere la scarpa.

Ultimo, ma non meno importante, la traspirazione è ottima e anche se finiamo con il piede in una pozza le scarpe si asciugano molto in fretta e drenano bene l’acqua.

Conclusioni

In conclusione, con le Rockster, Northwave è andata a segno per una scarpa gravel equilibrata e ben fatta. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla leggerezza e dalla comodità complessiva della scarpa, data da un insieme di fattori (nessun punto di pressione, traspirazione, giusta rigidità della suola, ottima camminata) che vanno a fare della Rockster una calzatura perfetta per percorsi come il Tuscany Trail. Non ultimo il prezzo davvero interessante per una scarpa di questa qualità e cura dei dettagli: 159,99€

La potete trovare direttamente dal sito Northwave cliccando QUI

Come scegliere il sacco a pelo per il Tuscany Trail

Il Tuscany Trail si avvicina ed è giunto il fatidico momento di scegliere il sacco a pelo nel quale trascorrere le notti all’aperto durante il vostro viaggio attraverso la Toscana in bicicletta. Tra mille modelli dalle caratteristiche più disparate non sapete proprio quale scegliere? Ecco qui per voi una pratica guida per aiutarvi nella scelta del vostro sacco a pelo per il Tuscany Trail.

Normativa e valori presenti sulle etichette dei sacchi a pelo

Per poter apporre un determinato valore che spesso trovate sull’etichetta di un sacco a pelo vengono effettuati specifici test di laboratorio con l’ausilio di un manichino termico.

I quattro valori di temperatura di riferimento sono:

  • Massima: ovvero la temperatura alla quale un uomo standard riesce a dormire senza un’eccessiva sudorazione, mantenendo le cerniere aperte e con le braccia posizionate fuori dal sacco.
  • Comfort: la temperatura alla quale una donna standard riesce a dormire comodamente in una posizione rilassata.
  • Minima: la temperatura alla quale un uomo riesce a dormire in posizione rannicchiata senza svegliarsi per otto ore.
  • Estrema: la temperatura minima alla quale una donna può rimanere per sei ore senza rischiare di morire per ipotermia.

Per uomo standard si intende una persona di sesso maschile di 25 anni, alto 1,73 metri e il cui peso è di 73 kg.

Per donna standard si intende una persona di sesso femminile di 25 anni, alta 1,60 metri e con un peso di 60 kg.

Sacchi a pelo per bikepacking: materiale e forma

I sacchi a pelo possono essere realizzati ed imbottiti con diversi materiali, ciò influisce sulle caratteristiche e sulle prestazioni. Non esistono dei sacchi a pelo specifici per coloro che praticano bikepacking però è possibile scegliere tra alcuni dei più comuni in base alle proprie esigenze.

Sacchi a pelo in piuma

Assorbono l’acqua, si asciugano lentamente, si comprimono molto e di conseguenza si rischia un minor isolamento termico. Inoltre, temono l’umidità e sono molto più leggeri rispetto a quelli realizzati in materiale sintetico e sono molto caldi.

Per capire quanto un sacco a pelo in piuma possa essere di qualità potete valutare il power ratio di riempimento, si tratta di un valore che misura il potere isolante del rivestimento in piuma, se il power ratio è inferiore a 800 significa che state valutando un sacco di alta qualità.

Per quanto riguarda la cura del sacco a pelo di piume, dovete ricordare che quando andate a riporlo nell’apposita custodia non dovete né arrotolarlo né piegarlo, bensì riporlo un po’ alla rinfusa. Questo è importante in quanto pieghe o forme particolari date al sacco potrebbero influire sulla disposizione delle piume e di conseguenza sul potere riscaldante del sacco stesso.

Sacchi a pelo sintetici

Buona capacità di trattenere il calore al pari di quelli imbottiti con la piuma ma pesano di più, non assorbono l’acqua e si asciugano velocemente. I sacchi a pelo sintetici non richiedono particolari manutenzioni, si possono riporre nella custodia piegati o arrotolati e per quanto riguarda lavaggio ed asciugatura basta seguire le indicazioni riportate sull’etichetta.

Sacchi a pelo a mummia

Possiedono un elevato potere isolante dato dalla poca aria che rimane tra corpo e sacco, sono più tecnici ed avvolgenti ma non particolarmente adatti per coloro che tendono a dormire di lato o muoversi durante il sonno.

Sacchi a pelo rettangolari

Si tratta del modello classico, questi sacchi a pelo sono facili da ripiegare, si possono aprire interamente per trasformarli in una pratica stuoia e se ne trovano in vendita anche in versione matrimoniale.

 

Cosa considerare per la scelta del sacco a pelo

Ora che avete una panoramica sulle tipologie più comuni di sacchi a pelo presenti in commercio potete fissare le vostre esigenze ed in base ai parametri da voi stabiliti scegliere il modello più adatto.

Ecco alcuni pratici consigli su come scegliere il sacco a pelo per il vostro viaggio in stile bikepacking.

Temperatura

Nella fase di organizzazione del viaggio bisogna sapere a che temperature si andrà incontro. Il consiglio è quello di acquistare un sacco la cui temperatura segnata in etichetta è di 4-5°C inferiore rispetto a quella che dovrete affrontare. Una temperatura confort di 10° vi assicurerà un’ottima protezione dal freddo durante le notti toscane.

Cerniera

Meglio optare per una cerniera larga dotata di supporti ai lati, scorrerà meglio e avrete meno possibilità di romperla a differenza di una cerniera sottile. Meglio ancora se questa è lunga sino ai piedi, in caso di caldo vi sarà utile da impiegare a mo’ di coperta.

Dimensioni interne, volume e peso del sacco

Ricordatevi che sebbene necessitiate di ridurre le dimensioni del sacco per renderlo adatto a un viaggio in bici, dovete anche starci dentro, quindi provate ad entrarci e chiuderlo prima di acquistarlo: una volta chiuso nella sua sacca di compressione dovrebbe ridursi alle dimensioni 22×30 centimetri o al massimo 25×35 centimetri.

Prezzo

Come per ogni cosa, anche per i sacchi a pelo per bikepacking la qualità ha il suo prezzo. Ricordatevi che nei sacchi che state per acquistare ci dovete dormire, magari per diverse notti e di giorno vi aspettano emozionanti avventure a bordo della vostra bicicletta sulla quale pedalerete per chilometri. Cercare di risparmiare non è sempre la cosa migliore da fare. Se si tratta di una notte potrebbe anche andarvi bene ma investire qualche soldo in più in un prodotto di qualità maggiore vuol dire acquistare un sacco che dura più a lungo e vi fa dormire meglio.

I nostri consigli:

Speriamo che questo articolo vi sia utile per scegliere senza indugi il vostro compagno di viaggio ideale per dormire sull’erba sotto il cielo stellato o in tenda.