Quattro chiacchiere con Fulcrum – con chi di (ruote) gravel davvero se ne intende

Cosa hanno due brand come Tuscany Trail e Fulcrum in comune? Vi basterà leggere questa breve intervista con Federico Gardin, Brand Manager di Fulcrum, per capire che passione, attenzione nei dettagli ed esperienza nel mondo del ciclismo sono la chiave non solo per creare progetti e prodotti vincenti, ma anche per ispirare sempre più persone a spingersi oltre i sentieri battuti e fare esperienze indimenticabili.

Cosa significa gravel per te?

Beh è una parola che ormai ha assunto un significato variegato – a volte un po’ bizzarro e a volte ormai anche abusato. E‘ spesso collegato ad un concetto romantico di avventura. Gravel secondo me è una bici che semplicemente ti permette di (ri)scoprire i territori dietro casa, mixando strade secondarie asfaltate a tratti facili di fuoristrada dove con la MTB non avresti grandi soddisfazioni. Gravel significa anche percorrere lunghe distanze e intraprendere un viaggio alla scoperta di strade nuove.

Tuscany Trail 2022

Qual è l’importanza di un set di ruote specificamente sviluppato per il gravel?

Considerando le diverse sfumature e interpretazioni esistenti del concetto di gravel, in fase di sviluppo non possiamo non tenere a mente le situazioni di utilizzo più estreme, sempre più frequenti al giorno d’oggi. Nel mercato esistono ormai diverse segmentazioni all’interno della categoria: dalle bici light gravel che sono di fatto un’evoluzione delle road endurance alle gravel adventure passando per le fast gravel. Si è passati dall’utilizzo di ruote sostanzialmente da strada all’impiego di ruote specifiche che consentono di ospitare gomme larghe, montate su bici con borse cariche per una lunga avventura, senza rinunciare alle prestazioni e alla leggerezza.

650B o 700C: quale ruota preferisci per un assetto bikepacking da Tuscany Trail?

Dipende dalle preferenze. Penso che il nuovo percorso sia perfetto per 700C veloci. Sicuramente se vuoi maggiore comfort e sicurezza di guida in discesa, allora la scelta ricade sulle 650B. Io ho fatto il mio Tuscany su 650B, ma il percorso era decisamente tecnico. C’erano le Alpi Apuane di mezzo.…

Parlaci delle nuove Rapid Red Carbon: cosa le rende la ruota perfetta per il gravel “veloce”?

Partiamo dal presupposto che per noi di Fulcrum l’affidabilità è una fissa maniacale. Sia in laboratorio dove abbiamo raggiunto 4.295 ore di test e sia sul campo. Prima di finire sul mercato, tutte le nostre ruote sono messe a dura prova su ogni terreno – come è successo con le Rapid Carbon Red. Le abbiamo fatte esordire in gara portandole al successo con Mattia de Marchi e Marion Dziwnik. Gambe allenate dei nostri atleti a parte, le Rapid Red Carbon si sono dimostrate una soluzione affidabile e molto veloce. Grazie al profilo S-SHAPE con il canale interno da 25mm con ponte non forato (S-Mag) sono ruote solide e adatte a ospitare coperture di varie larghezze – ovviamente tubeless. Inoltre i mozzi con i cuscinetti cono calotta garantiscono una straordinaria scorrevolezza e facilità di manutenzione.

Fulcrum Tuscany Trail

Nel 2017 hai partecipato al Tuscany Trail: qual è il ricordo più bello di quell’avventura?

Ero partito anche nel famoso 2016 sotto un diluvio universale, ma in quell’occasione per mancanza di esperienza e di tempo (avevo appena iniziato a lavorare a Fulcrum) ho dovuto abbandonare a malincuore per rientrare il lunedì in ufficio. Nel 2017 sono tornato con la voglia di arrivare in fondo – volevo vedere il mare. Il percorso era impegnativo, ma attraversare l’Argentario con l’idea che l’arrivo si stava avvicinando mi ha emozionato parecchio. Sono ricordi indelebili. È bello tirarli fuori con i tuoi compagni di avventura: nessuno di noi li scorderà mai.

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Hai qualche consiglio da dare in tema ruote/copertoni a chi si approccia per la prima volta al Tuscany Trail?

Se il percorso è asciutto (come mi auguro) preferirei una gomma veloce, ma senza rinunciare a un buon margine di grip e sicurezza. È meglio pedalare con un assetto che trasmetta sicurezza piuttosto che puntare al massimo della prestazione. In un percorso così lungo le variabili sono tante.

E un consiglio su come godersi il Tuscany Trail al meglio? Oltre ovviamente a non farsi mancare un buon piatto di pici cacio e pepe a fine tappa 🙂

Prendetevi del tempo per guardarvi attorno, alzare la testa e ammirare gli scenari incredibili che solo la Toscana sa regalare. Sorridete qualunque cosa succeda e scambiate due chiacchiere con chi troverete lungo percorso e con chi il percorso lo farà insieme a voi. Durante il Tuscany i sorrisi vengono ricambiati e questo renderà il viaggio l’esperienza più bella che potevate fare.

Per maggiori informazioni sulle nuove Fulcrum Rapid Red Carbon dai un’occhiata al seguente link: https://rapidredcarbon.fulcrumwheels.com/

Tuscany Trail 2021 – il percorso

Il percorso del Tuscany Trail 2021 sta prendendo forma. La traccia è uno degli elementi che ci sta più a cuore, vagliamo ogni strada, ogni sterrato e sentiero e non lasciamo nulla al caso. Lo facciamo per avere la certezza di farvi pedalare sul miglior itinerario possibile. I 600 km di tracciato sono il risultato di almeno 1200 km di strada percorsa da noi durante tutto l’anno.

La novità del 2021 si chiama Volterra. Un ritorno alle origini visto che nelle primissime edizioni, quelle dei pionieri del Tuscany Trail, Volterra era una tappa fissa, un punto chiave del percorso. Da qua infatti si entra poi nel senese e in quel dedalo di strade bianche che tanto stanno appassionando i ciclisti di tutto il mondo. A distanza di anni i partecipanti potranno godere di nuovo questa cittadina unica e del suo particolare territorio nella quale è “incastonata”.

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anfiteatro volterra

“Volterra ventosa e d’alabastro, arroccata lassù in una cima impervia attorniata da un paesaggio di vellutate gobbe che soavemente si spianano e si avvallano, prima di precipitare giù lungo le pareti vertiginose delle Balze e dei Calanchi.”

Volterra sarà una novità molto gradita, questo è sicuro.

La strada che ci porterà in questo borgo è anch’essa inedita. Si snoda infatti attraverso la campagna pisana fatta da un susseguirsi di strade bianche perfette per essere affrontate in sella ad una bicicletta gravel. La bellezza di questi paesaggi toccherà il suo massimo a Lajatico, grazie al passaggio della traccia dal Teatro del Silenzio. Questo è un teatro all’aperto, dove il silenzio della natura è interrotto solo una volta all’anno dalla voce di Andrea Bocelli.

teatro del silenzio tuscany trail
teatro del silenzio Tuscany

Dopo Volterra la traccia vi porterà ad una delle cittadine più famose della Toscana, sarà infatti il turno di San Gimignano. E’ possibile vederlo già da chilometri di distanza in quanto le sue 14 torri compongono uno degli skyline più famosi al mondo. La traccia del Tuscany Trail vi farà provare l’emozione di attraversare i suoi vicoli medievali perfettamente conservati.

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Siena e il senese sono l’icona del Tuscany Trail. Posta a metà del percorso, è una delle cittadine più apprezzate dai partecipanti. Dopo essere saliti (ogni cittadina paese della Toscana si trova sempre sulla sommità) e superato le sue mura cittadine, il tracciato passa da dentro la famosissima Piazza del Campo, sede del famoso Palio di Siena.

Con ancora negli occhi le bellezze della città di Siena arriviamo all’emblema del Tuscany Trail: le strade bianche. Decine di chilometri dove i partecipanti potranno provare la sensazione di pedalare sopra al manto perfetto per ogni bicicletta gravel.

senese e siena tuscany trail
Copia di DJI_0268

La traccia prosegue, sempre in direzione Sud e attraversa numerosi altri paesaggi unici in tutto il mondo come Pienza, la Val d’Orcia, Radicofani, le città del Tufo Sorano e Pitigliano, il grossetano ed infine Orbetello.

Mancano ancora molti mesi prima della partenza dell’ottava edizione del Tuscany Trail e sicuramente non mancherà in futuro la possibilità di farvi apprezzare un’anteprima del percorso. Vi consigliamo di seguirci sui nostri social Instagram, Facebook e YouTube.

Vi ricordiamo anche che il percorso potrà subire delle modifiche, anche sostanziali, fino a poche settimane prima della partenza. Se sei un iscritto salva l’indirizzo email info@tuscanytrail.it all’interno della tua casella di posta così da non perdere nessuna nostra comunicazione.

VIDEO – Inside the TUSCANY TRAIL

Bombtrack ha appena rilasciato questo fantastico video “Inside the Tuscany Trail” girato durante l’ultima edizione del Tuscany Trail (2019). Oltre ad essere main sponsor ha anche partecipato insieme a 9 suoi atleti.
Quello che è venuto fuori è uno stupendo video documentario che fa rivivere le emozioni del Tuscany Trail vissute dall’interno.

Grazie a Bombtrack per il suo impegno nel promuovere il Tuscany Trail ogni anno da ormai 4 anni e nel promuovere lo spirito del bikepacking a livello mondiale.

Scopri tutta la gamma di biciclette: www.bombtrack.com

Tuscany Trail kit list

Il Tuscany Trail è per molti la prima esperienza di evento bikepacking. Quando si affronta per la prima volta questo genere di avventure è facile essere insicuri riguardo la bontà della propria attrezzatura. Di seguito vedremo quindi una sorta di “Tuscany Trail kit list“ (una lista della spesa) che potrà essere utile per capire se si ha tutto il necessario per affrontare la Toscana in sella alla propria bicicletta.

Bisogna dire subito che la lista degli oggetti è un argomento estremamente personale in quanto dipende molto da come si vuole affrontare il Tuscany Trail (dormire in tenda – dormire in strutture; cucinare – mangiare al ristorante; puntare alla prestazione – fare una vacanza). Ci sono però delle cose che difficilmente possiamo evitare di portare e quindi, grossomodo, ognuno dovrebbe avere con sé.

ATTREZZATURA MECCANICA

Bisogna considerare che il percorso del Tuscany Trail si sviluppa quasi sempre in prossimità di centri abitati con negozi di bici da poter sfruttare in caso di necessità.

ABBIGLIAMENTO

La partenza del Tuscany Trail è il 30 maggio. Se tralasciamo il meteo del 2016, solitamente in quella data le autostrade si riempiono di auto con persone che vanno al mare a prendere il sole e fare il primo bagno della stagione.

Il vestiario da avere dovrebbe essere il più flessibile possibile in quanto il percorso prevede il passaggio a 800 m di quota, dove potrebbe fare freddo, ma anche il passaggio all’interno della Val d’Orcia dove potrebbe fare molto caldo.

All’interno della lista sono presenti due oggetti che potrebbero non essere ritenuti importanti: il gilet catarifrangente e il campanellino. Tralasciando il fatto che è un obbligo di legge, vi invito a riflettere sulla loro utilità pensando alla possibilità di dover pedalare al calar del sole lungo una strada trafficata e alla possibilità di dover attraversare il centro di Firenze durante l’ora di punta dello shopping (qualcuno lo ha definito il punto più tecnico del percorso).

  • completo di scorta (pantaloni maglia intimo calzini)
  • completo antipioggia
  • una maglia maniche lunghe cotone per dormire/mangiare
  • pantaloni corti
  • calzini caldi
  • guanti mezza stagione
  • gilet catarifrangente
  • campanellino

LAVARSI

Si, perchè un minimo di igiene personale dovrebbe esserci anche se molti sfruttano il Tuscany Trail per vivere allo stato brado! Battute a parte si tratta di pochissimi oggetti che vi consentiranno di avere un aspetto e un odore quantomeno decoroso…

MANGIARE

Ritengo che durante il Tuscany Trail sia d’obbligo fermarsi a mangiare nelle trattorie che si trovano lungo il percorso. Non sarebbe un’esperienza a 360° arrivare a Capalbio senza aver assaggiato la cucina tipica toscana. Solo il minimo indispensabile per non rimanere a corto di energie.

  • 2 barrette
  • frutta secca

DORMIRE

Chi vuole vivere il trail in maniera avventurosa non può non passare almeno una notte sotto le stelle. Il compromesso migliore è utilizzare il bivy bag evitando così il peso e l’ingombro della tenda. Ovviamente chi decide di dormire in albergo può evitare questa attrezzatura (tranne la luce frontale):

  • sacco a pelo
  • materassino
  • bivy bag
  • luce frontale

VARIE

Si tratta di oggettistica varia. Estremamente personale e in funzione di ciascuno di noi. Mi raccomando portate sempre con voi un documento di riconoscimento.

  • caricatore cellulare
  • batteria esterna
  • chiavi di casa/macchina
  • soldi
  • bancomat
  • carta identità
  • batterie di riserva per gps
  • cartina con altimetria

PRIMA DI PARTIRE

Ci sono dei controlli essenziali da fare appena prima di partire.
Il primissimo è quello di controllare il meteo. In funzione di quello possiamo portare 2 borracce invece di una oppure una maglietta a mezze maniche invece di una felpa.
L’altro essenziale controllo deve essere fatto alla bicicletta e all’attrezzatura elettronica. In particolare il controllo della bicicletta deve essere fatto a pieno carico quando si controlla forcella e funzionamento del cambio, da un lato il peso aggiuntivo influisce sul fondo corsa di forcella/ammortizzatore e dall’altro lo schiacciamento dei cavi può influire sul funzionamento del cambio.

  • batteria cellulare
  • batteria gps
  • controlla se hai la traccia gps installata correttamente
  • pastiglie dei freni
  • pressione forcella/ammortizzatore con bici a pieno carico
  • funzionamento del cambio fatto a bici carica.

Il mio Tuscany Trail 2018 di Silvia Marcon

Giovedì prima della partenza

Vengo da una settimana pesante. Domenica gara vertical di corsa in montagna…

Gambe doloranti per tutta la settimana, sono davvero preoccupata, “non posso partire con questi dolori”…

Preparo le borse: una borsa da manubrio con tenda e materassino ( il sacco a pelo l’ho lasciato a Francesco, il mio compagni di vita e di viaggio), una borsa sottosella con un cambio, lo spazzolino, dentifricio, anti vento, guscio, due o tre paia di mutande e calzini, e per finire, una borsa da telaio con barrette, telefono, portafoglio. Preparo anche le borracce, ne avrò sempre una solo con acqua e una con i sali.

Venerdì prima della partenza

Siamo pronti, si parte! Carichiamo le bici sul nostro “furgo-albergo” che ci ospiterà per la notte pre-partenza. Arriviamo a Massa…che emozione, quanti ciclisti in trepida attesa, tutti che scrutano come sono equipaggiati gli altri, che bici hanno, che borse montano, quali gomme hanno scelto….c’è qualcuno con la single speed e addirittura una coppia con il tandem, che festeggiano il loro anniversario di matrimonio; lei ha un piccolo velo da sposa attaccato al casco, che carini! Ancora mi chiedo come abbiano fatto ad affrontare le parti più tecniche di questo TT.

E’ ora di cena, cerco di fare un pasto completo ad abbondante, ma leggero. Capitiamo in un locale strano, con una Drag queen che fa karaoke..che posto!

Poi dritti a nanna, nel nostro furgo-albergo, con un po’ di adrenalina in corpo. Non vedo l’ora di domattina!

Sabato, primo giorno

La mattina della partenza è arrivata, sveglia alle 6.30, ultimi aggiustamenti alla bici e si parte per il ritrovo in piazza a Massa. 750 persone pronte, cariche e felici…c’è un bel clima di festa. Un cappuccino, una briosche e via, alla volta di Firenze, passando per Lucca; oggi ci attendono 147km con 2000D+, ce la farò?

In questa prima parte del tracciato si alternano strade asfaltate e single track tra i boschi.

Non ricordo il pranzo, credo comunque di aver mangiato poco, presa dalla foga e dalla voglia di non fermarmi…forse un panino al volo…avevo fretta di continuare, non vedevo l’ora di arrivare a Firenze!

Errore fatale! Intorno al 100esimo km crisi! Inizio ad avvertire stanchezza, le gambe rallentano, inizia la nausea che spesso mi accompagna anche durante i trail in montagna; dovrei mangiare, lo so, ma in quel momento è proprio l’ultima cosa che avrei voglia di fare, mi si è chiuso lo stomaco.

Mi devo forzare a mangiare mi ripeto, e decido quindi di fermarmi. Pizza e coca cola prima di Firenze, sono esausta, i primi pensieri negativi affiorano, inizio a pensare di non farcela, né oggi, né nei prossimi giorni, forse non fa per me, non posso essere già cosi stanca il primo giorno!

Mi faccio forza, mancano 20km a Firenze, dobbiamo superarla per non piazzare la tenda in periferia, che effettivamente, non ispira molto…

Finalmente arriviamo in piazza Duomo al buio, con la frontale; è sabato sera, c’è tantissima gente, dovrei essere felice ed invece l’unica cosa che riesco a pensare è “basta, non ho più forze, la nausea mi perseguita, dove e soprattutto quando dormirò?”

Mentre ci scattiamo qualche foto davanti al Duomo, ci raggiungono due ragazzi molto simpatici, che cercano anche loro un posto dove dormire, loro hanno solo sacco a pelo e bivy bag, niente tenda… si chiamano Ralph e Lorenzo. Li rincontreremo spesso durante il percorso.

Proseguiamo con loro fino a Bagno Ripoli, nel frattempo un altro gruppo ci raggiunge, ma loro proseguiranno, noi invece ci fermiamo finalmente in un prato con l’erba appena tagliata; in pochi minuti si piazza la tenda e finalmente si dorme…nemmeno il tempo di togliere le lenti a contatto che già dormo, e solo durante la notte mi sveglio con gli occhi tutti appiccicati e mi ricordo di toglierle. “Domani starò meglio” continuo a pensare.

Durante la notte altri “tuscaniani”, come mi piace chiamare i partecipanti del TT, ci vedono accampati lì e decidono di fermarsi accanto a noi per fare gruppo e sentirsi un pochino più tranquilli.

Domenica, secondo giorno

La mattina seguente sveglia alle 5.30, smontiamo la tenda, riponiamo tutto nelle borse e ripartiamo, con la speranza di trovare prima possibile un posto per far colazione…e invece…nulla per parecchi km. E’ domenica, nel paesino è tutto chiuso, e si parte subito con una bella salita da 300mt di dislivello in mezzo a boschi e ulivi. Posti meravigliosi! Fortunatamente ho delle barrette per riuscire a pedalare; è dalle 19.00 della sera prima che non mangio.

Alle 9.00 fa già un caldo incredibile.

Finalmente un bar! Mangio di tutto, non devo ripetere l’errore di ieri…cappuccio, torta, panino con prosciutto e caffè. Ralph e Lorenzo sono ancora con noi.

Prendo un panino col salame da portare via, mi lavo un po’ alla buona nel bagno e via, riparto bella carica!

Oggi la giornata prevede tratti duri, sterrati, salite e discese ripide e tecniche, con un totale di circa 1800 mt D+ e 130km per arrivare a Siena.

Il caldo è insopportabile, fortunatamente in questo tratto ci sono parecchie fontane per riempire le borracce e bagnarsi la testa.

L’impegno fisico, ma forse ancor di più mentale, è tanto. Per una come me, che ha poca esperienza in MTB, la tensione e la concentrazione, succhiano un sacco di energia.

Penso “Ho bisogno di mangiare, meglio però fare prima quella salita e poi mangiare il panino al salame, così non faccio la salita con la digestione in corso”. Secondo errore fatale…troppo tardi, riparte la nausea, mangio il panino contro voglia, convinta che mi aiuterà a stare meglio, e sarà in effetti così, ma non per molto.

Riprendiamo la pedalata alla volta di San Gimignano; ad un tratto, incontriamo sulla nostra strada alcuni alunni con le loro maestre lungo un torrente…stanno facendo una festa di fine anno scolastico, con tavolate piene di cibo e bevande, dalle costine, alla crostata di mirtilli…c’era di tutto di più. Ci sorprendono offrendoci tutto ciò che vogliamo, in cambio di una piccola offerta. Bevo due bicchieri di coca cola, un pezzetto di crostata, ringrazio, saluto tutti e riparto.

Eccoci qui, siamo finalmente a San Gimignano! Testa sotto la fontana e gelato ci volevano proprio, ma la stanchezza è davvero tanta. Mi siedo per terra per quasi mezz’ora, con la testa tra le mani, cercando di decidere se proseguire…non voglio mollare, voglio arrivare a Siena!!

Francesco, con cartina e cellulare alla mano, cerca qualcosa su Google…gli chiedo cosa sta guardando, lo vedo pensieroso…mancano ancora 50km con 800 mt, sono le 17.30, tempo per pedalare ce n’è ancora tanto, ma le forze non riesco a recuperarle. Nel frattempo arrivano anche Ralph, i ragazzi di Torino ed il gruppo di ragazzi svizzeri, che avevano dormito con noi la prima notte. Mi fa piacere vederli, vuol dire che, in fondo, non sono poi così tanto indietro rispetto ad altri che sono partiti con me da Firenze.

Loro decidono di ripartire, io non vorrei mollare, ma Francesco mi guarda e mi dice “ho deciso io, per oggi ci fermiamo qui, non puoi pedalare così, è inulti proseguire trascinandosi lentamente. Riprendi le forze, facciamo una bella cena, dormiamo in un letto, ci facciamo una doccia e vedrai che domani sarai un treno!”.

Ok, mi arrendo, gli do retta, sperando di riprendermi. Prenotiamo un B&B in centro, ci facciamo una doccia rigenerante ed usciamo alla ricerca di un posticino per cenare.

In giro per San Gimignano i “Tuscaniani” si riconoscono subito; infradito, facce stanche, abbigliamento improponibile rispetto alla gente tutta vestita bene per la serata nei ristoranti.

Scegliamo un piccolo ristorantino carino. Io, che sono golosissima, ho sempre fame e ingurgiterei qualsiasi cosa, quella sera faccio fatica a finire un piatto di buonissimi pici all’aglione ed un po’ di tagliata con verdure grigliate.

Mi sta per cadere la testa nel piatto, devo dormire!

Lunedì, terzo giorno

La sveglia suona alla solita ora…5.30, sto meglio, colazione e via! Mi rendo conto che non sono ancora al 100% come avrei voluto essere. Obiettivo di oggi arrivare fino a Radicofani, 150km.

Arriviamo finalmente a Siena, con la sua magnifica piazza, dove però purtroppo i vigili sono un po’ stronzi…non capisco perché ce l’hanno tanto con le biciclette! Non si può pedalare in centro, ma soprattutto, in piazza non puoi nemmeno camminare tenendo la tua amata bici per mano, devi lasciarla fuori! Ma che senso ha? Cosa cambia tra spingere un passeggino o spingere una bici?? Molti di noi vengono ripresi dai vigili, e minacciati di essere multati…rimaniamo tutti senza parole.

Decido di andare in farmacia a misurare la pressione, forse questa sensazione deriva dalla mia pressione bassa?

Secondo Francesco si tratta di ansia, paura di non arrivare nei tempi che ci eravamo prefissati, di non essere all’altezza, perché, come sempre, io pretendo tanto da me stessa, spesso troppo.

La pressione è perfetta 125/70. Non è la pressione, secondo il medico è la glicemia bassa, ma per fare il test dovrei aspettare mezz’oretta…troppo, devo ripartire! Proverò a sfondarmi di dolci, vediamo come va…mangio di fila 2 barrette, una banana, bevo un succo e riprendo a pedalare.

Magicamente finalmente inizio a sentirmi come vorrei, le gambe girano veloci, la nausea passa, ricomincio a sorridere, torna la positività e la voglia di godermi il viaggio. Mi sento forte, carica, determinata.

Questa sensazione non mi abbandonerà più fino alla fine! Ancora non mi spiego come due barrette ed una banana abbiano risolto il problema della nausea che avevo da due giorni, sarà stato quello? O il farmacista mi ha rassicurato e quindi mi è passata l’ansia? Mah, comunque sto finalmente come mi sarei voluta sentire dalla prima sera, quando è iniziata la crisi.

E vai, si pedala forte, le salite sono meno impegnative e tecniche, l’entusiasmo è alle stelle.

Mangio costantemente frutta, barrette, caramelline; ci fermiamo a Buonconvento a mangiare un gelato e un tramezzino che divoro in un nanosecondo; è tornata la fame e la golosità, buon segno!!

Alle 18.30 siamo a Pienza, passando per San Quirico d’Orcia, entrambe bellissime.

Questa parte del Tuscany Trail mi è piaciuta moltissimo…gravel roards in mezzo alla Val D’Orcia, quel tipico paesaggio collinare toscano con viali di cipressi e vecchie cascine immerse nel verde.

A Pienza non mancano certamente osterie e ristorantini che richiamano l’attenzione del palato…ma ci mancano ancora 35km a Radicofani, meta di oggi, e se ci fermiamo troppo per cena si fa buio, e pedalare diventa più stancante, anche se sicuramente ha il suo fascino.

Decidiamo quindi di non fermarci troppo per cena e di accontentarci di un piatto di pici al ragù in un bar, quei tristi piatti pronti scaldati al microonde, che però, con quella fame, sembrano pure buoni!

Scambiamo quattro chiacchiere con il proprietario del bar; in tutti i posti dove ci siamo fermati, i gestori erano curiosi di sapere da dove venivamo e dove eravamo diretti. I toscani sono fantastici, veramente accoglienti ed ospitali.

Acquistiamo un panino in un piccolo alimentari, quei posticini che da noi non ci sono quasi più, tutti chiusi, sostituiti dai grandi centri commerciali o dalle catene di supermercati.

Com’è bello invece fare spesa dal fruttivendolo, dall’alimentari, dal macellaio…sembra di tornare indietro nel tempo.

Partiamo per Radicofani, presto sarà buio e dovremo accendere le lucine e la frontale.

Siamo in una zona “strana”, un bosco con vari fiumiciattoli da guadare; a quell’ora di notte devo ammettere che un po’ di irrequietezza me l’ha messa. Se fossi stata da sola, non l’avrei fatto quel pezzo al buio, lo so.

Non ho voglia di fermarmi, togliere le scarpe, e rimetterle in continuazione…alla fine scarpe e calze inzuppate, ma è stato divertente ed avventuroso!!

Dobbiamo affrontare ora una lunga salita di circa 3km; la pendenza ci fa scendere dalla bici, a quell’ora, dopo 145km, proprio non ho più voglia di fare fatica, mi sento giustificata per aver deciso di farla a piedi.

Decidiamo che, a quella velocità, ci sarebbe voluto troppo tempo per arrivare in cima al paese, quindi piazziamo la tenda dove ci sono accampati già altri due ragazzi, mangiamo il buonissimo panino alla bresaola, e scivoliamo nel sacco a pelo insieme a vari insettini che giravano per la tenda e ci avrebbero tenuto compagnia per la notte stellatissima.

Martedì, quarto giorno

L’indomani ci svegliamo al solito orario, 5.30. In silenzio, per non svegliare gli altri, prepariamo tutto ed in mezz’ora stiamo di nuovo pedalando; sarà l’ultimo giorno? o ce ne sarà un altro? Ce la farò a fare 170km per arrivare a Capalbio? Sono determinata, ce la farò!

Facciamo colazione a Radicofani dove rincontriamo i ragazzi di Torino che avevano continuato da San Gimignano, quando noi invece, ci eravamo fermati. Ieri abbiamo pedalato tanto e, alla fine, ci ritroviamo ancora qui tutti insieme. E’ proprio bello rincontrarsi!

La mattinata prevede un percorso abbastanza piatto e lungo, con due salitone che portano ai paesi Sorano e Pitigliano.

L’arrivo a Sorano è sorprendente! Ti lascia a bocca aperta! Giri una curva lungo un discesone veloce su asfalto e te la trovi lì, di fronte! Sbam! Freni di colpo perché non puoi passar via troppo velocemente, devi goderti quella sorpresa e quella bellezza con la dovuta lentezza.

Ci fermiamo in questo paesino per due trancetti di pizza, un panino e una banana. Un abitante mi ferma e mi fa domande sul Tuscany Trail…”ma quanti siete??” “750 circa, qualcuno è già passato, altri passeranno nei prossimi giorni” rispondo io. “Più degli abitanti di questo paese!” risponde lui.

Il cielo inizia a scurirsi un pochino, una nuvolona nera ci perseguita ed inizia a piovigginare mentre arriviamo a Pitigliano, dobbiamo sbrigarci, scappare dalla nuvola, più avanti il cielo è azzurro!

Dopo 40 km senza un’anima viva e senza un posto dove poter riempire le borracce, ci fermiamo in una piccola frazioncina. Per raggiungerla dobbiamo fare una piccolissima deviazione dalla traccia, ma abbiamo bisogno di lavarci la faccia, bere qualcosa, riempire le borracce e mangiare un gelatino.

Parcheggiate fuori dal bar altre bici…qualcun altro ha avuto la nostra stessa idea.

Si riparte dopo un quarto d’ora di sosta, dopo lunghi 9 km in un prato, dove il sentiero è quasi inesistente, ai margini di un fiume, arriviamo finalmente ad Albinia. Da qui manca solo l’ultima parte del Tuscany Trail, il fantastico e temuto Monte Argentario.

Dico temuto perché le voci dicevano che era un po’ pericoloso, soprattutto se fatto al buio. A causa di queste dicerie, sono un po’ preoccupata, e non mi godrò veramente a pieno il Monte.

La salita per l’Argentario parte da Santo Stefano, dove, dopo una sosta per una focaccia ed una piccola spesa, ci accingiamo ad affrontare. Sono le 19.30, faremo la salita al tramonto e la discesa al buio.

Altri “Tuscaniani”, tra i quali anche la famosa coppia di Torino, decidono di non fermarsi lì, e di fare un’unica tirata fino a Capalbio…oramai è fatta, mancano 50km circa, non sono pochi visto che alle spalle abbiamo 500 km circa, dei quali, più di 100 solo oggi, ma la voglia di arrivare e l’adrenalina superano sicuramente la stanchezza.

L’Argentario è veramente affascinante, peccato per l’ansietta che mi ha accompagnato fino a Porto Ercole; non c’era nulla di più pericoloso rispetto ad altre parti del TT.

Arrivati a Porto Ercole si avvicina un ragazzo che decide di metterci al corrente che, nella parte di pineta che stiamo per affrontare al buio, con la frontale, ci sono i lupi!

A seguito di questa simpatica notizia, tutta la pineta di Feniglia è stata percorsa a 30km orari di media!!

Manca pochissimo, 9km, oramai ci siamo! Arriveremo per le 24.00? Parte una piccola sfida.

Maledico l’organizzatore Andrea che ha ben pensato di farci pedalare l’ultimo tratto in un sentierino con la sabbia che ti frena e ti fa infossare. Più di una volta, durante il TT, gli saranno fischiate le orecchie!

Sale la felicità… sono le 23.57 e siamo a Capalbio. Dov’è l’arrivo?? Mancano solo 3 min alle 24.00!! La traccia GPS finisce alla stazione, ma dell’arrivo non si vede l’ombra! Forse è di là, veloce veloce, pedala!

Alle 00.00 precise precise tagliamo il traguardo con un sorrisone che non dimenticherò e gli applausi di altri partecipanti che sono arrivati da poco.

Insieme alla gioia, un sentimento di malinconia mi stringe un po’ il cuore…che peccato, è già finita.

Mentre pedali ti sembra che i kilometri non passino mai, ed appena arrivi ti accorgi che è tutto finito, che è stato troppo breve.

Mi manca tutto…. la stanchezza, la polvere, gli incontri con gli altri partecipanti, le notti in tenda, il male al sedere, i panini, il buon vino, la gente curiosa, l’adrenalina, i colori, i profumi, i paesaggi, le lucertole, le farfalle e le lucciole.