Testo e immagini di Michele Minessi
Il Tuscany trail è un evento che accoglie ogni genere di ciclista, è difficile dire quale sia la preparazione adeguata e forse non sono nemmeno la persona giusta per farlo. Se vi capiterà di partecipare al TT noterete ogni genere di ciclista, di bicicletta e di allestimento, ci sarà chi partirà e non poserà il piede fino a Orbetello e all’opposto chi visibilmente fuori forma prendersi tutta la settimana dubitando pure di giungere al traguardo, deciso di godersi il viaggio, la cucina, deviazioni, visite e pernotti in ostelli.
Tra i due estremi ci stanno bici leggere, pesanti, assetto touring, bike packing o solo zainetto, fisici più o meno scolpiti, giovani e vecchi, veterani o novelli, chi con il solo bancomat appresso o chi con borse, fornello, stoviglie, tenda e sacco a pelo.
Il testo di un articolo che tanti vorrebbero leggere immagino sia “Come mi alleno per il Tuscany Trail?” e a seguire una lunga esposizione di numeri, dati, km, tabelle, come trovare la motivazione e cose di questo genere.
Io lo ribalterei in “Come non mi alleno per il Tuscany Trail”, sia chiaro, non arriverò a Maggio con una preparazione fatta di birra e panini lasciando la bici in cantina per tutto questo tempo.
La mia formula è semplicemente la voglia di salire su una bici e pedalarla, ogni mattina per andare a lavoro con già in testa cosa farò la sera o nel weekend. Amo muovermi, che sia correre in montagna, pedalare su strade o sentieri, per me non è un’imposizione, pedalo perchè mi piace e passo gran parte dell’anno a farlo… questa propensione mi ha portato a cimentarmi in gare ed eventi sempre con relativa facilità. E’ l’avvicinamento ad un evento che amo, amo la quotidianità di tenere il corpo in uno stato di benessere che solo chi l’ha provato può capire. Non ho etichette, la sera dopo lavoro stacco dalla giornata in ufficio, vado dritto ai monti cittadini e, una sera senza vergogna l’attacco per strappare il mio miglior tempo come il peggiore degli agonisti, una sera la salgo a ritmo regolare ascoltando i miei pensieri, una sera salgo per sentieri e mi butto giù dalle piste dowhill, per me è un modo per archiviare positivamente la giornata, pedalare cacciare le tensioni, ritrovare se stessi nel buio della montagna, con il mio respiro, con la fatica, stagione dopo stagione.

Oppure altre volte la voglia è data dalla ricerca di cose nuove, esplorando angoli sempre più distanti da casa, passare ore a pianificare percorsi.
Un’altra parte fondamentale del mio “allenamento” è avere sia la necessità di uscire con amici, ma altrettanto forte quella di uscire in solitaria, la bici permette entrambe le cose, il limite è nella persona.
A volte dico, potrei far di più, potrei avere più risultati allenandomi con i metodi che tutti conosciamo, potrei far più km perchè spesso l’unico rammarico di quando prendo parte a qualche competizione è finire la gara pensando, “cavolo se mi allenassi sul serio cosa sarei in grado di fare?”… potrei impormelo, ma con questa parola, impormelo, vado poco d’accordo.
Nonostante la passione per la bicicletta come oggetto e come mezzo per emozionarsi e fare esperienze stupende, ho tante altre cose a cui dar spazio ma nonostante tutto, forse solo ora la risposta alla domanda iniziale, per via di questa passione faccio senza frustrazione i km che tante persone troverebbero difficile anche solo fare anche in macchina ed ecco spiegato come ad un evento come Tuscany Trail arrivo senza particolari pensieri o piani per poterlo affrontare.
Il suggerimento che do quindi è, arriva al Tuscany trail assecondando il tipo di ciclista in cui ti identifichi e goditelo, sarà un’esperienza che ti lascerà sicuramente un bel ricordo, questo posso assicurarlo dato che ci tornerò per la seconda volta! Ci vediamo sul percorso!