Giovedì prima della partenza
Vengo da una settimana pesante. Domenica gara vertical di corsa in montagna…
Gambe doloranti per tutta la settimana, sono davvero preoccupata, “non posso partire con questi dolori”…
Preparo le borse: una borsa da manubrio con tenda e materassino ( il sacco a pelo l’ho lasciato a Francesco, il mio compagni di vita e di viaggio), una borsa sottosella con un cambio, lo spazzolino, dentifricio, anti vento, guscio, due o tre paia di mutande e calzini, e per finire, una borsa da telaio con barrette, telefono, portafoglio. Preparo anche le borracce, ne avrò sempre una solo con acqua e una con i sali.
Venerdì prima della partenza
Siamo pronti, si parte! Carichiamo le bici sul nostro “furgo-albergo” che ci ospiterà per la notte pre-partenza. Arriviamo a Massa…che emozione, quanti ciclisti in trepida attesa, tutti che scrutano come sono equipaggiati gli altri, che bici hanno, che borse montano, quali gomme hanno scelto….c’è qualcuno con la single speed e addirittura una coppia con il tandem, che festeggiano il loro anniversario di matrimonio; lei ha un piccolo velo da sposa attaccato al casco, che carini! Ancora mi chiedo come abbiano fatto ad affrontare le parti più tecniche di questo TT.
E’ ora di cena, cerco di fare un pasto completo ad abbondante, ma leggero. Capitiamo in un locale strano, con una Drag queen che fa karaoke..che posto!
Poi dritti a nanna, nel nostro furgo-albergo, con un po’ di adrenalina in corpo. Non vedo l’ora di domattina!

Sabato, primo giorno
La mattina della partenza è arrivata, sveglia alle 6.30, ultimi aggiustamenti alla bici e si parte per il ritrovo in piazza a Massa. 750 persone pronte, cariche e felici…c’è un bel clima di festa. Un cappuccino, una briosche e via, alla volta di Firenze, passando per Lucca; oggi ci attendono 147km con 2000D+, ce la farò?
In questa prima parte del tracciato si alternano strade asfaltate e single track tra i boschi.
Non ricordo il pranzo, credo comunque di aver mangiato poco, presa dalla foga e dalla voglia di non fermarmi…forse un panino al volo…avevo fretta di continuare, non vedevo l’ora di arrivare a Firenze!
Errore fatale! Intorno al 100esimo km crisi! Inizio ad avvertire stanchezza, le gambe rallentano, inizia la nausea che spesso mi accompagna anche durante i trail in montagna; dovrei mangiare, lo so, ma in quel momento è proprio l’ultima cosa che avrei voglia di fare, mi si è chiuso lo stomaco.

Mi devo forzare a mangiare mi ripeto, e decido quindi di fermarmi. Pizza e coca cola prima di Firenze, sono esausta, i primi pensieri negativi affiorano, inizio a pensare di non farcela, né oggi, né nei prossimi giorni, forse non fa per me, non posso essere già cosi stanca il primo giorno!
Mi faccio forza, mancano 20km a Firenze, dobbiamo superarla per non piazzare la tenda in periferia, che effettivamente, non ispira molto…
Finalmente arriviamo in piazza Duomo al buio, con la frontale; è sabato sera, c’è tantissima gente, dovrei essere felice ed invece l’unica cosa che riesco a pensare è “basta, non ho più forze, la nausea mi perseguita, dove e soprattutto quando dormirò?”
Mentre ci scattiamo qualche foto davanti al Duomo, ci raggiungono due ragazzi molto simpatici, che cercano anche loro un posto dove dormire, loro hanno solo sacco a pelo e bivy bag, niente tenda… si chiamano Ralph e Lorenzo. Li rincontreremo spesso durante il percorso.
Proseguiamo con loro fino a Bagno Ripoli, nel frattempo un altro gruppo ci raggiunge, ma loro proseguiranno, noi invece ci fermiamo finalmente in un prato con l’erba appena tagliata; in pochi minuti si piazza la tenda e finalmente si dorme…nemmeno il tempo di togliere le lenti a contatto che già dormo, e solo durante la notte mi sveglio con gli occhi tutti appiccicati e mi ricordo di toglierle. “Domani starò meglio” continuo a pensare.
Durante la notte altri “tuscaniani”, come mi piace chiamare i partecipanti del TT, ci vedono accampati lì e decidono di fermarsi accanto a noi per fare gruppo e sentirsi un pochino più tranquilli.
Domenica, secondo giorno
La mattina seguente sveglia alle 5.30, smontiamo la tenda, riponiamo tutto nelle borse e ripartiamo, con la speranza di trovare prima possibile un posto per far colazione…e invece…nulla per parecchi km. E’ domenica, nel paesino è tutto chiuso, e si parte subito con una bella salita da 300mt di dislivello in mezzo a boschi e ulivi. Posti meravigliosi! Fortunatamente ho delle barrette per riuscire a pedalare; è dalle 19.00 della sera prima che non mangio.
Alle 9.00 fa già un caldo incredibile.
Finalmente un bar! Mangio di tutto, non devo ripetere l’errore di ieri…cappuccio, torta, panino con prosciutto e caffè. Ralph e Lorenzo sono ancora con noi.
Prendo un panino col salame da portare via, mi lavo un po’ alla buona nel bagno e via, riparto bella carica!
Oggi la giornata prevede tratti duri, sterrati, salite e discese ripide e tecniche, con un totale di circa 1800 mt D+ e 130km per arrivare a Siena.
Il caldo è insopportabile, fortunatamente in questo tratto ci sono parecchie fontane per riempire le borracce e bagnarsi la testa.
L’impegno fisico, ma forse ancor di più mentale, è tanto. Per una come me, che ha poca esperienza in MTB, la tensione e la concentrazione, succhiano un sacco di energia.
Penso “Ho bisogno di mangiare, meglio però fare prima quella salita e poi mangiare il panino al salame, così non faccio la salita con la digestione in corso”. Secondo errore fatale…troppo tardi, riparte la nausea, mangio il panino contro voglia, convinta che mi aiuterà a stare meglio, e sarà in effetti così, ma non per molto.

Riprendiamo la pedalata alla volta di San Gimignano; ad un tratto, incontriamo sulla nostra strada alcuni alunni con le loro maestre lungo un torrente…stanno facendo una festa di fine anno scolastico, con tavolate piene di cibo e bevande, dalle costine, alla crostata di mirtilli…c’era di tutto di più. Ci sorprendono offrendoci tutto ciò che vogliamo, in cambio di una piccola offerta. Bevo due bicchieri di coca cola, un pezzetto di crostata, ringrazio, saluto tutti e riparto.
Eccoci qui, siamo finalmente a San Gimignano! Testa sotto la fontana e gelato ci volevano proprio, ma la stanchezza è davvero tanta. Mi siedo per terra per quasi mezz’ora, con la testa tra le mani, cercando di decidere se proseguire…non voglio mollare, voglio arrivare a Siena!!
Francesco, con cartina e cellulare alla mano, cerca qualcosa su Google…gli chiedo cosa sta guardando, lo vedo pensieroso…mancano ancora 50km con 800 mt, sono le 17.30, tempo per pedalare ce n’è ancora tanto, ma le forze non riesco a recuperarle. Nel frattempo arrivano anche Ralph, i ragazzi di Torino ed il gruppo di ragazzi svizzeri, che avevano dormito con noi la prima notte. Mi fa piacere vederli, vuol dire che, in fondo, non sono poi così tanto indietro rispetto ad altri che sono partiti con me da Firenze.
Loro decidono di ripartire, io non vorrei mollare, ma Francesco mi guarda e mi dice “ho deciso io, per oggi ci fermiamo qui, non puoi pedalare così, è inulti proseguire trascinandosi lentamente. Riprendi le forze, facciamo una bella cena, dormiamo in un letto, ci facciamo una doccia e vedrai che domani sarai un treno!”.
Ok, mi arrendo, gli do retta, sperando di riprendermi. Prenotiamo un B&B in centro, ci facciamo una doccia rigenerante ed usciamo alla ricerca di un posticino per cenare.
In giro per San Gimignano i “Tuscaniani” si riconoscono subito; infradito, facce stanche, abbigliamento improponibile rispetto alla gente tutta vestita bene per la serata nei ristoranti.
Scegliamo un piccolo ristorantino carino. Io, che sono golosissima, ho sempre fame e ingurgiterei qualsiasi cosa, quella sera faccio fatica a finire un piatto di buonissimi pici all’aglione ed un po’ di tagliata con verdure grigliate.
Mi sta per cadere la testa nel piatto, devo dormire!
Lunedì, terzo giorno
La sveglia suona alla solita ora…5.30, sto meglio, colazione e via! Mi rendo conto che non sono ancora al 100% come avrei voluto essere. Obiettivo di oggi arrivare fino a Radicofani, 150km.
Arriviamo finalmente a Siena, con la sua magnifica piazza, dove però purtroppo i vigili sono un po’ stronzi…non capisco perché ce l’hanno tanto con le biciclette! Non si può pedalare in centro, ma soprattutto, in piazza non puoi nemmeno camminare tenendo la tua amata bici per mano, devi lasciarla fuori! Ma che senso ha? Cosa cambia tra spingere un passeggino o spingere una bici?? Molti di noi vengono ripresi dai vigili, e minacciati di essere multati…rimaniamo tutti senza parole.
Decido di andare in farmacia a misurare la pressione, forse questa sensazione deriva dalla mia pressione bassa?
Secondo Francesco si tratta di ansia, paura di non arrivare nei tempi che ci eravamo prefissati, di non essere all’altezza, perché, come sempre, io pretendo tanto da me stessa, spesso troppo.
La pressione è perfetta 125/70. Non è la pressione, secondo il medico è la glicemia bassa, ma per fare il test dovrei aspettare mezz’oretta…troppo, devo ripartire! Proverò a sfondarmi di dolci, vediamo come va…mangio di fila 2 barrette, una banana, bevo un succo e riprendo a pedalare.
Magicamente finalmente inizio a sentirmi come vorrei, le gambe girano veloci, la nausea passa, ricomincio a sorridere, torna la positività e la voglia di godermi il viaggio. Mi sento forte, carica, determinata.
Questa sensazione non mi abbandonerà più fino alla fine! Ancora non mi spiego come due barrette ed una banana abbiano risolto il problema della nausea che avevo da due giorni, sarà stato quello? O il farmacista mi ha rassicurato e quindi mi è passata l’ansia? Mah, comunque sto finalmente come mi sarei voluta sentire dalla prima sera, quando è iniziata la crisi.
E vai, si pedala forte, le salite sono meno impegnative e tecniche, l’entusiasmo è alle stelle.
Mangio costantemente frutta, barrette, caramelline; ci fermiamo a Buonconvento a mangiare un gelato e un tramezzino che divoro in un nanosecondo; è tornata la fame e la golosità, buon segno!!
Alle 18.30 siamo a Pienza, passando per San Quirico d’Orcia, entrambe bellissime.
Questa parte del Tuscany Trail mi è piaciuta moltissimo…gravel roards in mezzo alla Val D’Orcia, quel tipico paesaggio collinare toscano con viali di cipressi e vecchie cascine immerse nel verde.

A Pienza non mancano certamente osterie e ristorantini che richiamano l’attenzione del palato…ma ci mancano ancora 35km a Radicofani, meta di oggi, e se ci fermiamo troppo per cena si fa buio, e pedalare diventa più stancante, anche se sicuramente ha il suo fascino.
Decidiamo quindi di non fermarci troppo per cena e di accontentarci di un piatto di pici al ragù in un bar, quei tristi piatti pronti scaldati al microonde, che però, con quella fame, sembrano pure buoni!
Scambiamo quattro chiacchiere con il proprietario del bar; in tutti i posti dove ci siamo fermati, i gestori erano curiosi di sapere da dove venivamo e dove eravamo diretti. I toscani sono fantastici, veramente accoglienti ed ospitali.
Acquistiamo un panino in un piccolo alimentari, quei posticini che da noi non ci sono quasi più, tutti chiusi, sostituiti dai grandi centri commerciali o dalle catene di supermercati.
Com’è bello invece fare spesa dal fruttivendolo, dall’alimentari, dal macellaio…sembra di tornare indietro nel tempo.
Partiamo per Radicofani, presto sarà buio e dovremo accendere le lucine e la frontale.
Siamo in una zona “strana”, un bosco con vari fiumiciattoli da guadare; a quell’ora di notte devo ammettere che un po’ di irrequietezza me l’ha messa. Se fossi stata da sola, non l’avrei fatto quel pezzo al buio, lo so.
Non ho voglia di fermarmi, togliere le scarpe, e rimetterle in continuazione…alla fine scarpe e calze inzuppate, ma è stato divertente ed avventuroso!!
Dobbiamo affrontare ora una lunga salita di circa 3km; la pendenza ci fa scendere dalla bici, a quell’ora, dopo 145km, proprio non ho più voglia di fare fatica, mi sento giustificata per aver deciso di farla a piedi.
Decidiamo che, a quella velocità, ci sarebbe voluto troppo tempo per arrivare in cima al paese, quindi piazziamo la tenda dove ci sono accampati già altri due ragazzi, mangiamo il buonissimo panino alla bresaola, e scivoliamo nel sacco a pelo insieme a vari insettini che giravano per la tenda e ci avrebbero tenuto compagnia per la notte stellatissima.
Martedì, quarto giorno
L’indomani ci svegliamo al solito orario, 5.30. In silenzio, per non svegliare gli altri, prepariamo tutto ed in mezz’ora stiamo di nuovo pedalando; sarà l’ultimo giorno? o ce ne sarà un altro? Ce la farò a fare 170km per arrivare a Capalbio? Sono determinata, ce la farò!
Facciamo colazione a Radicofani dove rincontriamo i ragazzi di Torino che avevano continuato da San Gimignano, quando noi invece, ci eravamo fermati. Ieri abbiamo pedalato tanto e, alla fine, ci ritroviamo ancora qui tutti insieme. E’ proprio bello rincontrarsi!
La mattinata prevede un percorso abbastanza piatto e lungo, con due salitone che portano ai paesi Sorano e Pitigliano.

L’arrivo a Sorano è sorprendente! Ti lascia a bocca aperta! Giri una curva lungo un discesone veloce su asfalto e te la trovi lì, di fronte! Sbam! Freni di colpo perché non puoi passar via troppo velocemente, devi goderti quella sorpresa e quella bellezza con la dovuta lentezza.
Ci fermiamo in questo paesino per due trancetti di pizza, un panino e una banana. Un abitante mi ferma e mi fa domande sul Tuscany Trail…”ma quanti siete??” “750 circa, qualcuno è già passato, altri passeranno nei prossimi giorni” rispondo io. “Più degli abitanti di questo paese!” risponde lui.
Il cielo inizia a scurirsi un pochino, una nuvolona nera ci perseguita ed inizia a piovigginare mentre arriviamo a Pitigliano, dobbiamo sbrigarci, scappare dalla nuvola, più avanti il cielo è azzurro!
Dopo 40 km senza un’anima viva e senza un posto dove poter riempire le borracce, ci fermiamo in una piccola frazioncina. Per raggiungerla dobbiamo fare una piccolissima deviazione dalla traccia, ma abbiamo bisogno di lavarci la faccia, bere qualcosa, riempire le borracce e mangiare un gelatino.
Parcheggiate fuori dal bar altre bici…qualcun altro ha avuto la nostra stessa idea.
Si riparte dopo un quarto d’ora di sosta, dopo lunghi 9 km in un prato, dove il sentiero è quasi inesistente, ai margini di un fiume, arriviamo finalmente ad Albinia. Da qui manca solo l’ultima parte del Tuscany Trail, il fantastico e temuto Monte Argentario.
Dico temuto perché le voci dicevano che era un po’ pericoloso, soprattutto se fatto al buio. A causa di queste dicerie, sono un po’ preoccupata, e non mi godrò veramente a pieno il Monte.
La salita per l’Argentario parte da Santo Stefano, dove, dopo una sosta per una focaccia ed una piccola spesa, ci accingiamo ad affrontare. Sono le 19.30, faremo la salita al tramonto e la discesa al buio.
Altri “Tuscaniani”, tra i quali anche la famosa coppia di Torino, decidono di non fermarsi lì, e di fare un’unica tirata fino a Capalbio…oramai è fatta, mancano 50km circa, non sono pochi visto che alle spalle abbiamo 500 km circa, dei quali, più di 100 solo oggi, ma la voglia di arrivare e l’adrenalina superano sicuramente la stanchezza.
L’Argentario è veramente affascinante, peccato per l’ansietta che mi ha accompagnato fino a Porto Ercole; non c’era nulla di più pericoloso rispetto ad altre parti del TT.
Arrivati a Porto Ercole si avvicina un ragazzo che decide di metterci al corrente che, nella parte di pineta che stiamo per affrontare al buio, con la frontale, ci sono i lupi!
A seguito di questa simpatica notizia, tutta la pineta di Feniglia è stata percorsa a 30km orari di media!!
Manca pochissimo, 9km, oramai ci siamo! Arriveremo per le 24.00? Parte una piccola sfida.
Maledico l’organizzatore Andrea che ha ben pensato di farci pedalare l’ultimo tratto in un sentierino con la sabbia che ti frena e ti fa infossare. Più di una volta, durante il TT, gli saranno fischiate le orecchie!
Sale la felicità… sono le 23.57 e siamo a Capalbio. Dov’è l’arrivo?? Mancano solo 3 min alle 24.00!! La traccia GPS finisce alla stazione, ma dell’arrivo non si vede l’ombra! Forse è di là, veloce veloce, pedala!

Alle 00.00 precise precise tagliamo il traguardo con un sorrisone che non dimenticherò e gli applausi di altri partecipanti che sono arrivati da poco.
Insieme alla gioia, un sentimento di malinconia mi stringe un po’ il cuore…che peccato, è già finita.
Mentre pedali ti sembra che i kilometri non passino mai, ed appena arrivi ti accorgi che è tutto finito, che è stato troppo breve.
Mi manca tutto…. la stanchezza, la polvere, gli incontri con gli altri partecipanti, le notti in tenda, il male al sedere, i panini, il buon vino, la gente curiosa, l’adrenalina, i colori, i profumi, i paesaggi, le lucertole, le farfalle e le lucciole.